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La lavagna - Gustappunti

La Regola di Maat

carolingio
Scritto il 11/06/2010
da carolingio

Maat era la Regola, e la Regola era Maat.
Essa era la giustizia, la saggezza, la rettitudine, la morale, l'armonia universale. Maat, una dea straordinaria, imponeva a tutti, compreso il Faraone, di rispettare la Regola dell'universo e di far vivere la giustizia sulla terra. Dire e fare Maat, porre la Regola nel suo cuore per governare bene: questo e solo questo era il compito principale del Faraone, che voleva essere espressione terrena della divinità. La legge di Maat rappresentava il concetto istintivo di ciò che è giusto. Essa era l'ordine opposto al disordine, l'altruismo contro l'egoismo, la verità contro la menzogna, l'equilibrio contro l'eccesso, la giustizia contro l'iniquità.
Il Visir era il giudice e giudicava secondo Maat. Il Visir era un uomo e talvolta le sue sentenze non erano gradite, talvolta si insinuava il dubbio che fosse indirizzato da falsi indizi o da preconcetti. I dubbi erano presenti nella mente dell'uomo fin da quando Ra cominciò a baciare la terra con i suoi raggi. Tuttavia il Faraone, pur considerandosi espressione terrena del dio, assicurava la presenza di Maat sulla terra e la serenità della giustizia, non intervenendo sulla Regola, pena il caos e il disordine. Il Faraone non doveva immischiarsi nei procedimenti della giustizia anche se lo potevano in qualche modo riguardare, non poteva cambiare la Regola, non aggiustare processi, anche se ne aveva la possibilità. Egli non nascondeva prove, non cercava di impedire indagini o ritardare sentenze, egli doveva agire con rettitudine, perché scardinare la Regola di Maat significava scardinare l'organizzazione stessa della società civile. Sul Papiro di Ani, giunto a noi dalla XVIII dinastia del grande Amenhotep III, sotto il benevolo Occhio di Horus, è trascritta la cosiddetta dichiarazione di innocenza, che valeva per tutti, compreso il Faraone, e che riporta tra l'altro: "Non ho parlato male di altri. Non ho detto il falso. Non ho disonorato la mia reputazione. Non ho sottratto cibo nei templi. Non ho ceduto all'ira. Non sono stato sordo alle parole di verità. Non ho compiuto inganni. Non sono stato negligente. Non sono stato esageratamente attivo. Non sono stato impaziente. Non ho mancato alle mie promesse. Non ho avuto visioni di demoni. Non ho sottratto il bestiame riservato al pasto degli dei. Non ho avuto dei privilegi a mio vantaggio. Non sono ricco se non grazie a ciò che mi appartiene legittimamente."