Tagliatelle dolci
Scritta il: 07/08/2012 Difficolta: Principiante Tempo: 45 min.Ingredienti
Per 4/6 persone:
400 g farina tipo 00
4 uova
sale q.b.
zucchero semolato
scorza di limone
strutto raffinato
Procedimento
Sempre con l’intento di trasmettere, oltre ad una ricetta, anche delle piccole emozioni sono a (ri)proporre un altro piatto della mia bellissima infanzia.
Questo dolce, diffuso soprattutto nel bolognese e nel periodo del carnevale, me lo preparava la carinissima nonna Wilma… siccome sapeva che ne ero ghiotto, mai più vero fu il detto “è carnevale tutto l’anno”!
Nella penombra del salotto silenzioso della Nonna, una grande ciotola in ceramica bianca decorata a roselline poggiante su una bellissima tovaglia di pizzo bianco lucente faceva capolino sul tavolo rotondo. All’interno di essa, una montagna di questi dolcetti belli lucidi attiravano la poca luce quasi come fosse un naturale riflettore di scena.
Un bravo pittore fiammingo sarebbe sicuramente stato felice di rappresentare quest’inusuale natura morta.
Veniamo quindi alla preparazione.
Impastate uova e farina (non dimenticate il pizzichino di sale) fino ad ottenere una boccia omogenea, tirate con la cannella (non mattarello, please) fino ad ottenere una sfoglia di doga sottile.
Lisciatela con le mani e cospargetela con un velo di zucchero fino a ricoprirla totalmente, a questo punto cospargete anche con scorza di limone in buona quantità grattugiandolo direttamente sopra.
Arrotolate la sfoglia e tagliate le tagliatelle (larghezza 0,5 cm circa) facendo attenzione a non srotolarle, i rotolini devono rimanere compatti.
Friggete in abbondante strutto raffinato (raffinato sempre per evitare retrogusti) fino a che i rotoli si scuriscono quindi sino a quando lo zucchero diventi caramellato (ad occhio diventano colore delle caramelle mou).
Scolate con ramina, fate asciugare in carta assorbente, servite fredde.
Il contrasto tra la consistenza della pasta all’uovo, la dolcezza del caramello e l’amarognolo del limone cotto è qualcosa di celestiale… la croccantezza finale (eccezionale anch’essa) ne porta poi a consumarne quantità esagerate.
Sconsigliato agli Ingordi, ai Golosastri, alle famiglie con Orso Marsicano (il consueto litigio per l’ultimo pezzo diventerebbe cosa assai complicata).
Consiglio: non lesinate con la scorza di limone, deve contrastare con forza il dolce del caramello.
In abbinamento io ho provato il Malvasia delle Lipari, secondo me ci sta bene.
Questo dolce, diffuso soprattutto nel bolognese e nel periodo del carnevale, me lo preparava la carinissima nonna Wilma… siccome sapeva che ne ero ghiotto, mai più vero fu il detto “è carnevale tutto l’anno”!
Nella penombra del salotto silenzioso della Nonna, una grande ciotola in ceramica bianca decorata a roselline poggiante su una bellissima tovaglia di pizzo bianco lucente faceva capolino sul tavolo rotondo. All’interno di essa, una montagna di questi dolcetti belli lucidi attiravano la poca luce quasi come fosse un naturale riflettore di scena.
Un bravo pittore fiammingo sarebbe sicuramente stato felice di rappresentare quest’inusuale natura morta.
Veniamo quindi alla preparazione.
Impastate uova e farina (non dimenticate il pizzichino di sale) fino ad ottenere una boccia omogenea, tirate con la cannella (non mattarello, please) fino ad ottenere una sfoglia di doga sottile.
Lisciatela con le mani e cospargetela con un velo di zucchero fino a ricoprirla totalmente, a questo punto cospargete anche con scorza di limone in buona quantità grattugiandolo direttamente sopra.
Arrotolate la sfoglia e tagliate le tagliatelle (larghezza 0,5 cm circa) facendo attenzione a non srotolarle, i rotolini devono rimanere compatti.
Friggete in abbondante strutto raffinato (raffinato sempre per evitare retrogusti) fino a che i rotoli si scuriscono quindi sino a quando lo zucchero diventi caramellato (ad occhio diventano colore delle caramelle mou).
Scolate con ramina, fate asciugare in carta assorbente, servite fredde.
Il contrasto tra la consistenza della pasta all’uovo, la dolcezza del caramello e l’amarognolo del limone cotto è qualcosa di celestiale… la croccantezza finale (eccezionale anch’essa) ne porta poi a consumarne quantità esagerate.
Sconsigliato agli Ingordi, ai Golosastri, alle famiglie con Orso Marsicano (il consueto litigio per l’ultimo pezzo diventerebbe cosa assai complicata).
Consiglio: non lesinate con la scorza di limone, deve contrastare con forza il dolce del caramello.
In abbinamento io ho provato il Malvasia delle Lipari, secondo me ci sta bene.