Amicie mieie
magnamme e vevimme
fino a che nce sta uoglie a la lucerna
chissà si all'auto monno
nce vedimme
chissà si all'auto monno nce e' taverna…
“Posso offrirvi un caffè?”
Stavo giusto leggendo la scritta all'interno della sala da pranzo, quando il signor Bacco (non so il suo nome, ma è il proprietario) si materializza con la frase consueta, che oramai a me serve per rilassarmi...
“El guarda... mi fa venire le palpitassiòni... no lo bevo mai... grassie...”
“Non si preoccupi... “ Poi me la traduce, la scritta: amici miei, mangiamo e viviamo finchè c'è olio nella lucerna, chissà se all'altro mondo ci vedremo, chissà se all'altro mondo ci sarà una taverna...
Il Bacco è hotel e ristorante, situato a Furore, circa tre chilometri sopra il nostro B&B, sempre in posizione strapiombistica, che se uno cade dalla terrazza del Bacco rischia di finire sul tetto della nostra pensione. Panorama strepitoso davanti e sotto, molto simile a quello che vedevamo da camera nostra. Ero passato a dare un occhio preventivo (sì... deformazione mentale, prima di andare al ristorante, se sono nelle vicinanze, vado a dare un'occhiata prima per vedere se m'ispira...), per l'ultima sera, viste le brutte notizie da casa che ci costringevano a rientrare. E' uno dei pochi Logis in Italia: tre pignatte, il massimo... ce ne sono solo due in Campania. Io mi fido molto dei Logis e sono sempre stato ripagato.
Molto bella, curata nei dettagli la sala da pranzo, e simpatico, disponibile e preparato il proprietario che ci dà spiegazioni su qualsiasi cosa chiediamo (e io chiedo sempre troppo).
Foto di gruppo con Eduardo e Peppino de Filippo sopra il nostro tavolo, che è posto proprio vicino al camino. Il proprietario, su nostra richiesta, accende subito il fuoco, e la Marta si gode il tepore alle sue spalle, per rifarsi del freddo accumulato a pranzo sul mare.
Il pane messo in tavola è fatto in casa: uno casereccio senza sale, simil-toscano, un altro con l'uva passa, buonissimo.
Ordiniamo una bottiglia di S.Pellegrino, perché son giorni che andiamo a Ferrarelle ed è un po' troppo "fiàpa". E poi due calici di Furore bianco del 2009, sempre della cantina di Marisa Cuomo, che è di là della strada del Bacco. Questo però esce dalla bottiglia, stappata lì davanti a noi, non è sfuso come quello della Gatta Cenerentola, solo appena mosso, ha un bel profumo penetrante, più dell'altro, si beve molto bene, tanto che poi ne ordinerò un altro calice ancora.
Dopo qualche minuto arriva l'antipasto misto che abbiamo ordinato.
Alici marinate con peperoncino fresco, dolce, a pezzetti, prezzemolo e molesini (valeriana): squisite. Gamberi lessati e conditi con la rucola: buoni... lessati non avrebbero un gran sapore, ma l'unione con la rucola dà loro quel pizzico di “pizzicorìo” che ci sta proprio bene. Carpaccio di baccalà con aceto balsamico e pepe rosa: una vera delizia, non ero riuscito subito a capire che si trattava di baccalà, noi lo mangiamo sempre in un'altra maniera. Carpaccio di pesce spada, con pepe verde, arancio a vivo e strisciette di salmone: matonna...
Le quantità non erano abbondanti, ma, trattandosi di antipasto, serve appunto per introdursi gioiosamente al pasto... non servono badilate di roba, secondo me.
E noi avevamo bisogno di un po' di gioia, perché l'umore seguito alle notizie telefoniche, non era dei migliori.
A portare all'eccellenza il tutto, e anche di più, ci ha pensato il proprietario/cameriere, sempre gentilissimo e prodigo di consigli, senza essere mai invadente.
Anche i primi ce li siamo divisi.
Scialatelli alla “casta diva”: erano tagliatellone verdi, grosse e spesse, con bordo seghettato, che ben raccoglievano il sugo composto da cozze, vongole veraci giganti (evidentemente qui sono molto più “veraci” di quelle del nord ) e pomodorini freschi (cotti) di Furore, semplicemente strepitosi... avevano un profumo indescrivibile ed erano salinati intrinsecamente del loro, a causa, ci è stato detto, dell'aria di mare.
Casta diva, in onore della Nannarella Magnani, che lì, con Rossellini, ha girato l'episodio del “miracolo” del film “L'amore”, alla fine degli anni quaranta... allora non c'era la strada... (traggo da una brochure) era un percorso di viottoli e di scale, interminabile, che gli abitanti del posto percorrevano con carico in spalla per salire fino ad Agerola, a portare le loro mercanzie, e che si facevano anche gli attori, fermandosi spesso al Bacco, allora una mescita di vino, con qualche piatto alla buona...
Linguine alla colatura di alici. Abbiamo voluto provarla, sta colatura, perché prima non ne conoscevamo nemmeno l'esistenza.
Originariamente la colatura mi è stato detto che è nata a Cetara, un paesino lì vicino a Vietri, ed è semplicemente il liquido che salta fuori dalla salamoia delle alici, raccolto e lasciato ancora al sole ad evaporare e a concentrarsi, e che subisce altri trattamenti di coinvolgimento con le alici.
Una cosa particolare, mescolata ad un battuto di olive verdi, peperoncino, alici, capperi, gherigli di noci e aglio... indescrivibile, buonissima, per il profumo ed il gusto.
Gli attimi di delizia gastronomica si intersecano con quelli di tristezza al cellulare, sentendo i nostri figli che provano a descriverci la nostra casa, rovesciata da una visita violenta. Siamo andati in giù con la latente preoccupazione di venir in qualche modo fregati, ma siamo stati fregati al nord e, lo dico sinceramente, dove siamo stati, in Campania, abbiamo trovato solo disponibilità e gioia di vivere. Con questo, non bisognerebbe mai generalizzare, in un senso o nell'altro.
Ci facciamo portare un unico secondo: pezzogna al limone, servito su foglie di limone, già sfilettato, con uno spicchione di limone di Furore. Si tratta di un grosso pesce rosso, con occhioni neri, che si pesca di fronte ad Amalfi e Positano. Anche questo non l'avevo mai sentito né mangiato prima. Delicatissimo, squisito.
Siamo “equilibratamente” pieni... ma il falchèto non riesce a desistere dalla tentazione di ordinare un dolce: delizia al limone si chiama... praticamente una tetta, ripiena di pan di spagna con crema al limone, ricoperta, a dare la forma di tetta, con tanto di capezzolo, dalla stessa crema, solidificata. Ora, a me piacciono le tette già in via normale, ma questa era sensazionale, proprio una delizia, un trionfo del genio umano.
Il mio desiderio ultimo di morire con le Odle davanti, comincia ad incrinarsi... vorrei star lì a Furore tutta la vita... Arriva il conto, che è di 62,50 euro. Onestissimo... 1 euro a testa il coperto... cucina di elevatissima qualità... tutto perfetto... tempi, gentilezza, servizio, modalità di cottura dei cibi, inventiva, quantità giuste per star bene...
Quando andiamo a pagare ci troviamo a fianco di un bancone dove sono esposte quantità pantagrueliche di dolci tipici, fatti da loro... il mio occhio bionico inquadra le scorzette di arancio e limone candite ricoperte di cioccolata... “Prendete, prendete pure...” ci dice con un sorriso il signor Bacco... Cosa possiamo fare? Prendiamo... prendiamo... e, oltre alle scorzette, sofficini di pasta di mandorle... che roba, che bontà...
Il B&B qui costa 75 euro a camera doppia in questo periodo, non ho visto le camere, ma se tanto mi dà tanto, solo per la colazione...
Imperdibile!!!
[golosona]
14/01/2011