.
Benvenuto, serve aiuto? Clicca qui Benvenuto! Registrati oppure
Accedi attraverso il Gustanetwork

Calle Cuchilleros 17, Madrid,
Valutazione:
Consigliatissimo!!
Prezzo a persona:
52.00 €
Servizio utilizzato:
ristorante
Commenti:
(6) vai ai commenti
Tag assegnati:

tranzollo

ha visitato il locale il 01/01/2012 tranzollo avatar
400 Recensioni scritte dal 28/10/2008 2529 Punti

Il ristorante più antico del mondo. Così si presenta la locandina di Botin, locale storico di Madrid situato all'inizio della gradinata che porta a Plaza Mayor.
La sua fondazione, come peraltro riportato nel libro del Guinness dei Primati, risale al 1725. Agli inizi era una locanda frequentata da mulattieri mercanti, successivamente ristrutturata ed ampliata fino ad arrivare all'attuale impianto su tre livelli. La parte più antica è quella che in origine era la cantina, adibita ora a sala da pranzo, molto bella, con volte in mattoni.
Il piano terra, rustico-elegante, con pareti rivestite in legno scuro,contiene un'altra sala ristorante ed è il cuore della cucina, dove trova posto un magnifico forno del XVIII secolo, massiccio, decorato con piastrelle di ceramica, che da quasi trecento anni cuoce i classici arrosti castigliani di selvaggina e di maiale. Sì, perchè la specialità principe di Butin è il Cochinillo asado, il maialino da latte al forno, e per questo motivo pare fosse frequentato assiduamente da Enest Hemingway.
Il primo piano,con una terza sala di ristorazione, è arredato sulla falsariga del piano terra, ed ha un'atmosfera calda e famigliare.
Molto solleciti i camerieri, tutti in livrea, come si addice ad un ristorante che ha fatto la storia della città.
Ci fanno accomodare nella sala al pianterreno. Mio figlio ordina come antipasto un'insalata Botin (asparagi, striscioline di prosciutto iberico, asparagi, olive, radicchio rosso, lattuga, pollo, patate), discreta a suo dire ma niente di più.
Mia moglie ed io invece siamo tentati dalla zuppa di aglio con l'uovo, una specialità madrilena che trovi in tutti i ristoranti. E' effettivamente un piatto originale, in cui la presenza dell'aglio non è sovrastante e dove l'uovo sbattuto esalta con un azzeccato connubio il sapore di base della zuppa.
Le scelte dei secondi naturalmente cadono sugli arrosti. Mio figlio viene attirato dall'agnello, guarnito con patate, buono, noi due invece ci dedichiamo al famoso cochinillo. Devo dire la verità? Buono il cochinillo, ma non paragonabile al maialino da latte che si mangia in Toscana o al purceddu alla sarda. Come gusto l'ho trovato un po'scipito, forse il cuoco risentiva dei bagordi della notte di San Silvestro, fatto sta che ho pensato che se Hemingway avesse assaggiato il maialino da latte di casa nostra probabilmente avrebbe cambiato le sue abitudini turistiche e gastronomiche.
Come vino abbiamo optato per un ottimo Lar de Paula La Rioja 2009, un bel rosso ottenuto da uva Tempranillo, un vitigno del nord della Spagna che peraltro hanno cominciato a coltivare da qualche anno anche in Toscana.
Terminiamo con 2 Natillas, un dessert alla crema,discreto, e con un biscotto con fichi e noci, una specie di semifreddo, gradevole. Duè caffè per concludere (sono meglio i nostri ma questo lo sapevamo già).
Bel posto, non c'è dubbio, affascinante e suggestivo, carico di storia. La cucina è buona ma non da cinque cappelli,a cominciare dal tanto decantato cochinillo.La cosa che fa meditare è proprio questa, che in Spagna per qualsiasi prodotto gastronomico, a differenza di casa nostra, si dà una visibilità eccessiva e a volte neanche troppo meritata. A Madrid ad esempio, ma l'avevo notato anche a Barcellona, c'è un bombardamento pubblicitario assillante sul prosciutto spagnolo : dappertutto trovi manifesti che magnificano il prosciutto locale o anche locali intitolati "Il museo del prosciutto" dove te lo servono in modi diversi e con bei prosciutti appesi in modo decorativo ai soffitti. L'abbiamo provato il tanto celebrato prosciutto spagnolo, tanto il jamon iberico che quello serrano : un prodotto discreto ma, senza offesa, neanche parenti coi nostri Parma o San Daniele.
E allora in questi casi ti sorge una domanda spontanea : ma noi italiani non siamo proprio i più fessi, visto che abbiamo la migliore gastronomia del mondo e non facciamo quasi niente per difenderla e valorizzarla?

Consigliatissimo!!

permalink a questo commento

[johnnybazoo]
10/01/2012
varie volte mi sono posto questa domanda, sopratutto (come hai fatto tu) durante le mie espatriate, il problema è che questa è una domanda retorica perchè conosciamo già la risposta emoticon

dai diciamo che non la valorizziamo eccessivamente perchè non ne abbiamo bisogno visto che lo sappiamo benissimo che è la migliore del mondo .......e lo sanno anche gli altri, anche se provano a fare gli 'gnorri emoticon

però tutte le volte che sento parlare di Spagna mi si apre il cuore emoticon
permalink a questo commento

[tranzollo]
10/01/2012
Per johnnybazoo,

è chiaro che anche all'estero sanno che la miglior cucina è la nostra, quello che mi dà fastidio è che i nostri governanti ed amministratori non difendono abbastanza i nostri prodotti.La Francia ad esempio si schiera in modo anche fin troppo sciovinista coi propri vini e formaggi,noi invece i nostri marchi DOC e DOP non sappiamo tutelarli a sufficenza, neanche in sede CEE. Illuminante è il caso del Tocai friulano, che pur essendo prodotto da uve Tocai autoctone, per decisione della Comunità Europea ha dovuto cedere l'esclusiva del nome al Tocaj ungherese che con nostro grande bianco friulano non ha proprio nulla a che vedere. E questo perchè in ambito CEE i nostri politici a suo tempo calarono le braghe senza fare opposizione al provvedimento.
permalink a questo commento

[Tapparella]
10/01/2012
Penso che anche in Spagna, come del resto in Italia, ci sia prosciutto e prosciutto...
Non so cosa ti abbiano servito, ma io non definirei il Pata Negra un prodotto "discreto" (sempre tenendo presente che, come sempre, i gusti sono gusti)!
Sarà, ma a me oltre al cuore si è aperto anche lo stomaco!!!
permalink a questo commento

[Gerry]
10/01/2012
Concordo con Tapparella!
Ho mangiato dei San Daniele e, soprattutto, dei Parma che gridavano e, con qualche sforzo di memoria, gridano ancora "vendetta"! In quelle occasioni, se fossi stato un turista, chessò, svizzero sarei tornato a casa ringraziando i miei antenati d'aver realizzato il "viande des Grisons" di cui avrei magnificato la superiorità in ogni angolo d'Europa.
permalink a questo commento

[johnnybazoo]
10/01/2012
Tranzollo
i francesi credo siano veramente un popolo particolarissimo (per non dire altro), sono nazionalisti all'inverosimile, credo che si nutrano esclusivamente dei loro prodotti e che trascorrano la loro esistenza all'interno dei confini della Francia; di tutte le volte che sono andato all'estero non ho memoria d'averne incontrato, mentre di tedeschi, francesi e russi a bizzeffe, per non parlare poi degli italiani che sono ovunque

i nostri politici sono interessati solo a trarre il massimo profitto a scapito del popolo italiano, anche noi però potremmo dare un contributo maggiore sostenendo di più i nostri prodotti
permalink a questo commento

[carolingio]
11/01/2012
Caro Tranzollo, certamente sul prezzo ha influito molto anche la nomea del locale e la posizione, perchè mi sembra che tu abbia speso parecchio per essere in Ispagna.
Anch'io sono della stessa idea di Tapparella e Gerry: si mangia bene o così così un po' dappertutto. Anche col cochinillo ad esempio, c'è cochinillo e cochinillo... quello che ho mangiato in questo posto qui http://www.gustamodena.it/locale.php?cod=6734 ad esempio era eccellente, al livello dei migliori porceddu sardi, mentre col prosciutto devo dare ragione a te, perchè non son riuscito nella penisola iberica a mangiare un prosciutto al livello dei nostri migliori, anche se non escludo che ci sia...