Una domenica piovosa, ma è in programma una gita in Romagna, quindi alle 10.30 partiamo. Siamo in 4, io e Mauro, Alfi e Rosa, l’obiettivo è duplice: mangiare il castrato, che Alfi desidera far assaggiare a Rosa ma che io stessa sono curiosa di mangiare non avendolo mai provato; passeggiare per le belle vie di Ravenna e visitare le sue splendide chiese.
Alfi ha prenotato, dietro mia indicazione, in un ristorante dove andavo quando avevo vent’anni e trascorrevo le estati in Romagna. Il locale era famoso per i suoi primi fatti in casa e pare faccia anche un buon castrato.
Arriviamo in orario, alle 12.30, alcuni tavoli sono già occupati; ci accomodiamo al nostro che si trova in uno dei due grandi saloni. Belli sono i soffitti rustici e le colonne in mattoncini, spaziosi e pulitissimi i bagni.
I tavoli sono apparecchiati in modo semplice, il menù è una “tovaglietta” di carta plastificata ed è piuttosto ricco. Dopo un’attenta consultazione scegliamo due antipasti uguali da dividerci, ben 5 primi visto che Alfi voleva un tris diverso da quello proposto dal ristorante 4 secondi uguali, due contorni uguali. Da bere, acqua e una bottiglia di Sangiovese, troppo fermo e robusto per me, lo allungherò con l’acqua frizzante in modo da renderlo più “amabile”. Sono un’incorreggibile eretica, lo so!
Come pane chiediamo la piadina. Arrivano al tavolo le bevande e le piadine tagliate a spicchi, belle calde, piuttosto spesse ma morbide, a me sono piaciute anche se non sono le migliori da me mangiate. Alfi ad esempio mi ha spiegato che se tentavi di piegarla, la piadina si spezzava, anziché cedere dolcemente.
L’antipasto è ottimo e abbondante: scquaquerone, cremoso e delicato, con fichi caramellati, ghiotti e buonissimi anche per la sottoscritta che non ama caramello e frutta caramellata. Mangiato con la piadina calda, risulta eccezionale.
I primi come dicevo sono 5, portati ognuno nel suo piatto e sono sufficientemente abbondanti:
- tagliatelle al ragù di lepre: le ho apprezzate moltissimo, la pasta è fatta in casa e si sente, il ragù ha un gusto deciso e molto buono e il sugo di pomodoro rende il tutto leggermente dolce e delicato; per me e per Mauro questo è il primo migliore
- strozzapreti con speck e peperoni e qualcos’altro che non ricordo: buono ma nulla di eccezionale
- tortelloni burro e salvia: buoni ma ne ho mangiati di migliori, li ho trovati un po’ troppo insipidi come ripieno, invece ad Alfi e a Rosa sono piaciuti tanto
- passatelli asciutti con funghi porcini: i passatelli risultano molto morbidi, quasi scotti come si fa in Romagna, ma sono comunque buoni o almeno a me e a Mauro sono piaciuti, Alfi invece non li ha apprezzati tanto essendo abituato, da bravo modenese, a passatelli più sodi.
Dopo i primi sarei già piena, ma siamo qui per il castrato e… castrato sia!
La carne è una bella bisteccona, alta ma morbidissima, per l’esattezza è la parte della coscia vicino all’anca. E’ molto saporita e io l’ho apprezzata, anche se Alfi che ha mangiato il castrato da altre parti sostiene che dovrebbe essere ancora più tenero. Vabbè, a me, ripeto, è piaciuto. Non mi sono piaciute invece le patatine fritte, cotte male, alcune troppo dure e quasi crude, comunque poco saporite, sigh!
Mentre gli altri prendono il caffè, che Mauro mi dice essere buonissimo, io troppo piena per il dessert ordino un sorbetto al caffè, come fa anche Rosa: ahimè, il peggior sorbetto da me assaggiato, forse fatto con le polverine più che con vero caffè, in ogni caso troppo acquoso e totalmente insapore. Peccato. Mi rifarò con la mirabile vista dei mosaici a Ravenna.
Conto totale per questo pranzo che ha avuto alti e bassi è di 112,70 €, da noi arrotondato a 113 € per comodità, sicuramente un buon prezzo. Che dire: complessivamente sono rimasta abbastanza soddisfatta, anche se lo ricordavo migliore. Che i ricordi di gioventù ingannino?
Consigliato!
[Rolando]
14/05/2012