Oggi giornata un pochino nuvolosa in quota, ma non dovrebbe piovere, nonostante la presenza di Max .

Saliamo di buonora la stretta provinciale che raggiunge le pendici del massiccio Peralba-Chiadenis, scaricati zaini ed attrezzatura saliamo , in poco più di mezzora al rifugio Calvi ; fa freddo ed inizio ad avere il dubbio di non essere vestito a sufficienza .

Entro nel rifugio per chiedere a che ora è previsto il pranzo, la gestrice sta preparando gli spatzle, qualcuno , più tardi provvederà ad ordinarne un piatto, ma……….andiamo con ordine.

Ormai è deciso, si salirà il Chiadenis per la ferrata sud-est e si scenderà per la ferrata ovest , visto che quest’ultima termina a poche decine di metri dal rifugio .

L’avvicinamento alla ferrata ci porta ad affrontare anche un paio di canaloni innevati che superiamo con sufficiente dimestichezza poi si percorrono i due itinerari che alla fine si riveleranno difficili ma di grande appagamento: faticata di grande soddisfazione.

Sono le 12:30 , entriamo e ci sediamo al nostro tavolo che ci viene apparecchiato in un batter d’occhio, ordiniamo tre freschissime birre alla spina ed un litro di acqua gassata (Max la birra l’ha già bevuta ieri sera e non vuole strafare) , io aggiungo anche una lattina di coca cola per ingerire una dose massiccia di zuccheri .

Siamo in quattro ed ordiniamo quattro piatti diversi, Max spatzle con panna e speck, nell’impasto, oltre agli spinaci, è presente anche la rapa rossa che gli dà un bel colore , ne assaggio una forchettata, il sapore è ottimo ; l’ingegner Magnani si concede un piatto di canederli in brodo accompagnati da un piattino di crauti ; Paolotto va di frico (piatto tipico friulano composto da formaggio e patate) con la polenta Taragna , mentre io non mi faccio scappare un bel piatto di canederli asciutti conditi con burro fuso ed una abbondante spolverata di ricotta affumicata, semplicemente superlativo, i tre canederli valgono un piatto unico !!!!

Gli amici si sparano anche una bella torta fatta con farina di grano saraceno ripiena di frutti di bosco, sembra molto buona e non troppo dolce ma a me non attira neanche un po’ .

Concludiamo con quattro caffè ed un conto più che onesto se si pensa che ci troviamo in un rifugio alpino .

Il pranzo è stato di soddisfazione, l’impresa alpinistica altrettanto, non vorrei che le emozioni mi portassero ad assegnare il quinto cappello (che sarebbe comunque meritato anche dalla sola esperienza culinaria) e ci limitiamo ad un “consigliatissimo più) .

Consigliatissimo!!