Per fortuna che avevo prenotato un paio di giorni prima, perché i tavoli a poco a poco si sono tutti riempiti ed in alcuni casi è stato fatto il doppio giro di giostra.
Una volta entrati l’atmosfera è subito calda, molto legno scuro alle pareti, mensole con bottiglie e riconoscimenti, tendine bianche alle finestre, tavoli molto ravvicinati, con tovagliato bianco di cotone, bicchiere e calice, doppia forchetta e (era una vita che non lo vedevo, non solo al ristorante ma anche a casa) un sottobottiglia in metallo. In un attimo arriva la cameriera, che si dimostrerà gentile e competente, per chiederci se beviamo acqua e se la gradiamo liscia o frizzante.
Il menù è quanto di più di tradizionale si possa desiderare, ed è proprio quello che andiamo cercando. Optiamo per un bis di lasagne e tortellini alla panna (brivido quando ci viene riferito che forse le lasagne erano terminate, per fortuna invece no, 7,50€x2), poi carrello dei bolliti (16€) per me e capretto al forno con patate (15€) per mio marito. Io gradirei un po’ vino e al quartino, tra sangiovese e trebbiano, opto per trebbiano, anche se avrei preferito un bel lambruschino; la cameriera si stupisce della scelta e scambiando due chiacchiere intuisce la mia preferenza e mi propone un calice di Sorbara Vezzelli al prezzo del quartino standard (3€), che logicamente accetto volentieri. Promossa a pieni voti! Nel giro di dieci minuti si riempiono i tavoli e arrivano i nostri primi. Le porzioni sono generose e ben condite; i tortellini sono buoni, al dente, ma se devo trovargli un difetto la pasta è liscia, le lasagne sono molto buone, morbide, di pasta verde, con un buon equilibrio tra ragù e besciamella, tra le migliori mangiate ultimamente. Coi giusti tempi arrivano i secondi: il carrello pensavo lo avrebbero portato al tavolo e chiesto cosa una voleva, invece arriva il piatto già pronto con una selezione di tutto quello che era disponibile: una fetta di zampone, una fetta di cotechino, due fettine di lingua, un pezzo di manzo ed un po’ di testina di vitello e per accompagnare una salsina verde con prezzemolo e acciughe, una salsa rossa di verdure con uovo sodo e la mostarda di frutta, purtroppo non tanto piccante. Sforzandomi un po’ mangio quasi tutto, lasciando solo un pezzo di lingua e un po’ di testina perché era diventata fredda e aveva perso quella collosità dolciastra che la caratterizza.
Il capretto me lo riferiscono buono, porzione gigante, ma la carne un po’ tigliosa.
Dopo un attimo di pausa siamo pronti per il dolce e il sorbetto. La cameriera ci sconsiglia il sorbetto (quando ha saputo che questa cena era per festeggiare la ricorrenza del nostro decimo anniversario di matrimonio ci ha preso a ben volere!) e così andiamo con una sola porzione di zuppa inglese (3,50€) che ci viene servita con due cucchiaini ma che mangerò quasi tutta io. Sto per scoppiare e non c’è posto nemmeno per il caffè e così Alessandro prenderà il suo da solo. Ci fermiamo ancora per due chiacchiere, tra le risate di una tavolata alle nostre spalle che il vino aveva riscaldato e ci avviamo alla cassa. Danilo ci fa il conto e lo pareggia a 60 euro, scontandoci 2 euro. Da domani chiude per ferie, in controtendenza con chi per il cenone di capodanno cerca invece un guadagno aggiuntivo: bravo.
Bene imbacuccati e mano nella mano ci incamminiamo verso piazza Grande per dare un’occhiata, rubando le parole di Sandrone, a cla piopa élta e sèca piantèda in d l’umbréghel ed Modna e cl’as ciama Ghirlandèina e che ritroviamo bianca, snella e solitaria al centro di una piazza deserta e metafisica.
Consigliatissimo!!
[joy]
04/01/2014