Avevo in testa di ritornare dopo anni alla Camilluccia e l’ho trovata diversa, cambio gestione da novembre 2014 e soprattutto ora è La Nuova Camilluccia.
In realtà il locale è sempre quello, situato di fronte all’ampio parcheggio fra la chiesa e la stazione dei carabinieri, possibilità di mangiare in veranda, ampio salone interno ed in fondo il forno a legna.
Il menù, oltre a piatti tipici, ha qualche “divagazione” che apprezzerò moltissimo anche in una successiva serata.
Stasera staremo “leggeri” ed apriamo le danze gustando uno stratosferico crostino con lardo di cinta senese, miele e noci, sapori semplici che ben si abbinano, il lardo che si scioglie leggermente sul pane caldo creando un tutt’uno con il velo di miele e le noci.
A seguire Gherta ordina una porzione di arrosticini di pecora cui aggiungo per me (non per lei) una porzione di patate fritte in maniera splendida, carne cotta alla perfezione, sapore caratteristico, della serie “uno tira l’altro”.
Io mi butto su un originale cacio e pepe con l’aggiunta di listarelle di guanciale croccante e sottili fili di porro, ma un ulteriore tocco di originalità è dato dal tipo di pasta utilizzato, lo strangozzetto, sorta di spaghetto artigianale a sezione quadrata, lungo una decina di centimetri che rimane al dente e si sposa alla perfezione con il condimento di cui sopra.
Da bere una bottiglia di acqua frizzante ed una birra chiara alla spina, una pils senza infamia né lode.
Quattro chiacchiere con i nuovi gestori, lei molto “battagliera ed espansiva”, lui, lo chef, molto riservato, quasi timido, si definisce “un povero cuoco”, io invece l’ho giudicato un potenziale “ottimo chef” con idee validissime.
Ci rivedremo qualche sera dopo, ma quella è un’altra storia.
Imperdibile!!!
[testapelata]
01/09/2015