Cercate la simpatia? La spontanea cordialità di chi pensa che entrare nel ristorante sia come essere ospiti a casa sua?
Cercate la bonomia di una irripetibile generazione di emiliani semplici e spontanei cresciuti quando i valori umani non erano ancora stati intaccati dalla perdita della memoria collettiva delle passate miserie? (quello stesso tragico impoverimento che ai più oggi suggerisce di discriminare i diversi e rincorrere l'emulazione della ricchezza e di chi l'ostenta).
Cercate insomma quel “…luogo d'altri tempi…” così ben descritto da Reginalulu? Eccovi serviti: questa è la trattoria che fa per voi!
Qui la lettera esse non è di casa, se non per sostituire la zeta , perché anche i suoni delle consonanti sono antichi, a completare il quadro di un posto fuori dal tempo.
Si tocca con mano quella semplicità “difficile a farsi” che dovrebbe portare lontano lo sguardo di chi desidera fare lo stesso, ma è tradito dall'idea che si tratta solo di un mestiere.
Pensavo proprio ad un posto come questo, leggendo le recensioni degli amici che mi hanno preceduto, riflettendo sul fatto che un luogo così non si può sprecare con compagni di viaggio occasionali, con chi non coglie tutto questo come una poesia dell'essere contro il mondo dell'apparire, che coinvolge ed ispira l'anima e il suo sguardo.
Scelta migliore non poteva essere fatta, e per fortuna c'è “gi” che come sempre già sa tutto , e prenota per un pranzo a tre, con me e Reginalulu.
Come sempre tante cose da dirci: l'universo gustamodenese ci assorbe, con i nuovi progetti e gli usati problemi. Il massiccio tavolo di legno color noce assiste il volo dei nostri pensieri, e porta sollievo anche al nostro spirito, accogliendo una bottiglia d'acqua e un buon lambrusco grasparossa della casa, che rinvigorisce il nostro entusiasmo.
Ancora sono qui che penso da “quale orizzonte.. arrivasse ... la luce” che accompagnava le veloci e puntuali apparizioni della signora che ci serve. Personaggio straordinario che forse ha compreso tutto di noi, così come in un solo esclamato pensiero riassume tutto ciò che bisogna sapere della vita:” le tagliatelle sono la nostra specialità !”
Ma tutta quest'aria di casa, che ho imparato a percepire frequentando la profonda e squisita emilianità dei miei suoceri, mi suggerisce che per partire non posso fare a meno dei tortellini in brodo… seguiti dalle famose tagliatelle!
Naturalmente i miei amici indigeni non scelgono approcci troppo diplomatici, come il mio , ordinando subito le tagliatelle.
Assorti nei reciproci pensieri, forse abbiamo avuto tutti la sensazione che l'ordinazione comparisse sul nostro confortante tavolo come d'incanto, estranea alle parole “tempo ed attesa”.
Tortellini caldi, fumanti, gustosi ed abbondanti, a dar ragione a quanti disdegnano gli snobistici assaggini, adesso tanto di moda anche in improbabili agriturismo, che invece di alimentarla contribuiscono ad una nuova perdita della nostra identità .
Stessa cosa per la generosa porzione di tagliatelle, che nel mio caso sostituisce il secondo: rigorosamente fatte in casa, ruvide e consistenti, pronte a raccogliere un ragù gustoso e colorato al punto giusto.
Fegato alla piastra per lulu, e alla veneziana per gi: “molto buono” assicura la signora, “vengono qui apposta per fare il puccio!”.
Simpatia davvero impareggiabile, contorno magico al flusso interminabile di parole, dove sorrrisi spensierati e sguardi compresi si tuffano divertiti e solidali, e le bollicine che ci circondano non sono solo quelle del lambrusco.
Niente è sprecato, sia nei piatti sia delle riflessioni, che bastano solo poche parole a trasmettere, grazie alla comune scala di valori ed aspirazioni, dove l'io viene sempre molto dopo il nostro prossimo.
Torta tipo barozzi per finire, ottima ed abbondante, una porzione che ci si può mangiare in tre. Nocino per tutti offerto dal gentile servizio.
Gi si impone al conto, battendo tutti sul tempo, ma le linee guida non possono essere disattese e vincono anche sulla naturale discrezione del gustapatron, che lascia che mi appropri della ricevuta: 64 euro la spesa complessiva finale, da gi gentilmente offerta.
Fuori, nelle stradine del centro, rubiamo ancora un po' di vita al tempo che ci aspetta al varco, e non sappiamo se l'abbiamo ingannato o se ci ha solo guardato con commossa comprensione.
Imperdibile!!!
[barbe]
27/11/2009