L'osteria si trova ai piedi delle colline del prosecco, a Colbertaldo, frazione di vidor, piccolo paese che si trova più verso la pianura noto per la produzione vinicola, ma anche per la coltivazione, di un certo rilievo, di mais e patate.
I vigneti veri e propri partono, in questa zona, proprio da Colbertaldo.
Siamo vicinissimi a grandi nomi, Bisol, Adami, Canevel Col Vetoraz ecc.., ma oggi non mi interessano, sono alla ricerca di una piccola cantina, Giotto, proprio a Colbertaldo.
La trovo, è sul cocuzzolo di una collina che domina la vallata sottostane a sud e le colline più alte a nord, posto bellissimo, praticamente un eremo in mezzo a vigneti che arrivano fin quasi sull'uscio di casa.
Oltre alla cantina, cerco un nuovo locale per il pranzo: cantina nuova, locale nuovo.
Con me c'è l'onnipresente Giorgio con l'aggiunta di Bosi altro amico di vecchia data, ritornato alla vita dopo un violento abbraccio con un platano.
L'ingresso è spartano come tutte le osterie di una volta, un bancone da bar , qualche tavolino e purtroppo anche una stonatissima macchina mangiasoldi.
Più all'interno tre piccole sale accolgono in pochi tavoli una ventina di persone.
In una di queste, la presenza di un grande camino rende ancor di più familiare e accogliente l'osteria.
Il grande camino, ci dicono, serve oltre che per scaldare, anche per la carne alla brace al sabato e gli spiedi alla domenica.
Il menu scritto su foglio bianco elenca varie voci fra le quali spicca, baccalà alla vicentina con polenta, non leggo altro, so già cosa ordinare, i miei compagni anche; baccalà alla vicentina, ma come sono le porzioni? Nel dubbio che le porzioni siano scarse ne ordiniamo 4.
Da bere un litro di bianco, non c'è la lista dei vini, siamo in osteria e il vino è sfuso, bianco o rosso,
la classica “misura”, è il contenitore dentro il quale ci portano il vino.
Niente di speciale, non si annusa, non si degusta, non si guarda la trasparenza o la scorrevolezza, lo si apprezza per quello che è, bianco fermo, da osteria.
Il baccalà ci viene servito dentro una grande pirofila, e così anche la polenta.
Ottimo, perfettamente morbido a giustificazione di una perfetta cottura.
Gialla la polenta servita a fette e ben abbrustolita, ma l'avrei preferita bianca, più consona alla pietanza.
Un'insalatina con “sozui” caldi e ben abbrustoliti accompagna la fine del nostro povero pranzo.
Servizio normalissimo, deciso e senza fronzoli, così senza fronzoli anche il cuoco,un omone grande e grosso che si aggirava fra i tavoli chiedendo se il cibo fosse stato di gradimento.
Caffé corretto e 16 € a testa.
Decisamente consigliato.
Consigliato!
[joy]
06/02/2010
solo una portata e solo un litro di vinello
Ti volevo chiedere cosa sono i sozui e per finire un saluto a
Giorgio.