Dopo un sabato pomeriggio di febbraio meravigliosamente soleggiato trascorso passeggiando piacevolmente sulle abbondanti ed immacolate nevi del basso Piemonte, in quella stupenda Valle Stura di Demonte che, partendo dalle porte di Cuneo, accoglie da sempre viaggiatori di ogni tipo in cammino verso la Francia, facilmente raggiungibile attraverso i quasi duemila metri del Colle della Maddalena (Col de Larche per quegli sciovinisti che abitano al di là delle Alpi), scesi nuovamente a valle tra pendii innevati e cime imbiancate, puntuali per l'ora di cena e forti di una prenotazione preventiva quasi sempre necessaria e del tutto indispensabile in questa occasione particolare coincidente con la vigilia della tanto celebre e celebrata quanto sopravvalutata festa degli innamorati, raggiungiamo questo grazioso ristorante, soltanto leggermente sperduto nelle campagne circostanti la città e tuttavia non lontano dal capoluogo di questo remoto angolo di Piemonte che ha preso il nome dalla sua forma.
Entrati nel casale finemente ristrutturato, dotato di ampio parcheggio antistante, che ospita il locale, veniamo prontamente accolti da uno dei numerosi e giovani camerieri e cortesemente indirizzati al piano superiore, dove, una volta accomodati al nostro tavolo situato nella più piccola delle due sale poste in cima alle scale, apprendiamo che il menù della serata, posto in bella vista sul tavolo stesso, è fisso e già predeterminato, cosa che in verità non ci era stata espressamente comunicata all'atto della prenotazione e che ci viene confermata dal cameriere addetto alla consegna della carta dei vini, la quale, già per sua natura non ricchissima di etichette, è stata crudelmente decimata e resa ancora più striminzita da numerose righe tracciate poco elegantemente a penna su altrettante voci, ad indicare che la cantina, impietosamente saccheggiata in precedenza, non era stata rifornita in tempo per la serata.
A parte questi piccoli e tuttavia non del tutto trascurabili particolari, poco concilianti con l'atmosfera generale del locale e con il tono della serata, preso atto con rammarico che il nostro vino preferito, un Roero Arneis della cantina Olivero, si trova ad essere fra quelli tristemente cancellati con un tratto di penna, optiamo, seppure a malincuore, per un vino sulla carta analogo, in effetti un altro Roero Arneis, ma della cantina Sordo, che purtroppo, anche se comunque buono e qualitativamente affine a quello mancante, a contatto col palato rivelerà un carattere leggermente più forte e spigoloso non proprio in perfetta sintonia con il nostro gusto.
Completata la dotazione del tavolo con un'elegantissima caraffa di acqua naturale ed un cestino con pane e soprattutto grissini di eccellente qualità, dopo una breve attesa, diamo inizio alle danze con il primo di tre antipasti, costituito da petto d'anatra con melanzane, cosparso di semi di melagrana e accompagnato da una goccia di aceto balsamico, un abbinamento particolare, ma tutto sommato gradevole e capace di rendere abbastanza facile al nostro gusto la carne d'anatra, anche se forse il piatto risulta essere leggermente troppo freddo.
A seguire, servito ancora elegantemente avvolto nella carta da forno della cui apertura sono incaricati i commensali, un tomino al forno accompagnato da pan soffice ai fichi, che insieme danno voce ad una vera e propria sinfonia di sapori allo stesso tempo delicati e tuttavia decisi, veramente piacevoli al palato, per un piatto caldo estremamente gradito.
Un veloce cambio di scena ed il protagonista è ora il terzo ed ultimo antipasto, un sufflè di maggiorana con pescatrice, senza alcun dubbio una portata di eccellente qualità che, quasi in punta di piedi, scompare in un batter d'occhio dai nostri piatti, regalandoci momenti di estrema piacevolezza, in cui la morbidezza e la delicatezza del sufflè si sposano in modo quasi sublime con il profumo di mare dei pezzetti di pescatrice immersi nel loro guazzetto.
Lasciato il territorio riservato agli antipasti, indubbiamente uno dei punti di forza della cucina di questa terra, lo spazio riservato ai primi piatti si rivela comunque ottimamente e fieramente presidiato ed occupato in prima battuta da un eccellente risotto con asparagi e calamari, servito con abbondanza dal piatto di portata, ad un primo impatto gradevole alla vista, ma che al gusto si rivela leggermente al dente e tuttavia ottimo per sapore, consistenza e delicatezza, al seguito del quale ci vengono proposte delle fettuccine di castagne ai porri, cotte al punto giusto e condite con un sugo dal sapore percettibile, ma tale da non sovrastare completamente quello della pasta, anche queste sempre servite dal piatto di portata, con cui il cameriere di turno effettua anche un secondo passaggio al quale è quasi impossibile negarsi.
Terminato anche questo secondo tempo gastronomico, è ora il momento dell'unico e peraltro più che sufficiente secondo piatto, che giunge a noi con le sembianze di uno stinco di maiale al forno, accompagnato da mele renette caramellate e da patate Duchessa, servite a parte ad eccellente corredo di una carne cotta a puntino, per una portata sostanziosa e dal sapore forse più altoatesino che piemontese, ma di indubbia qualità e di sicuro effetto e che non stona affatto nel contesto di una cena varia e variegata che ha cercato di coniugare la tradizione con un pizzico e forse anche qualcosa in più di innovazione.
Del compito di calare il sipario su questa cena è infine incaricato un dessert misteriosamente indicato sul menù con una criptica definizione di dolce di San Valentino e che, giunto sul tavolo, si rivela essere una candida meringa coperta da una crema allo zabaione cosparsa da pezzetti di torrone, finale tutto sommato semplice, ma veramente molto gradito di un pasto che ci lascia sazi e più che soddisfatti sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
Dopo avere rinunciato come da copione e come quasi sempre accade a caffè e liquori vari, il momento del conto non rivela particolari sorprese ed il totale pagato per la cena sopradescritta ammonta a 68 euro per due persone, così suddivisi:
2 menù fissi 56,00 euro
1 bottiglia di Roero Arneis 12,00 euro
Acqua, pane e coperto compresi nel prezzo
Consigliatissimo!!
[Reginalulu]
23/02/2010