"Questa recensione è dedicata a Silli, al suo progetto, che è più di un desiderio, di vedere Roma per la prima volta"
Roma è le mille chiese di Roma: piccole, grandi, maestose, che non finiscono mai. Roma è le mille piazze di Roma: squadrate, tonde, irregolari, dove l'anima prende vita nei rivoli delle sue mille fontane d'arte, in altrettante esistenze da raccontare.
Roma è i mille giardini delle terrazze di Roma, nascosti tra i tetti per la gioia di un pensiero rapito al ricordo dei tanti film che li hanno resi ancor più un sogno, angolo di pace dove tutto intorno è vita eterna.
Roma è il Tevere di Roma, che passa lento salutando le tante vite diverse affacciate sul pedonale Ponte Sisto, turisti pronti a perdersi nella storia che li circonda, non sempre consapevoli testimoni di tanto miracolo, eppure felici come finalmente a casa.
Roma è le luci di notte dei locali e dei bar di Campo dei Fiori, che rubano la piazza ai banchetti del mercato appena fa buio, mentre il mio conterraneo Giordano Bruno, finalmente in pace, protegge la libertà degli artisti di strada, scelta per una melodia che emoziona anche perché non attesa.
La nostra Roma, di questo Aprile, è la luce immaginata dagli occhi del Caravaggio e quasi diventata materia, ad illuminare il Quirinale; i Musei Capitolini al Campidoglio, affacciati sui Fori Imperiali, e puoi solo trattenere il respiro.
La nostra Roma, di questa primavera incerta, è i Musei Vaticani, sempre pronti a ricordare che Roma è Roma, che non dà tregua allo stupore con la sua bellezza, con la sua cultura ineguagliabile, perchè il verde è della natura che si fa improvvisamente spazio, e non di improbabili cravatte e fazzoletti nel taschino.
La nostra Roma per una notte è anche il rosso e il giallo della Roma in campo, sciarpe e bandiere in stradine strette ancor più antiche, a rinnovare un amore e una gioia per un derby infinito, condito di battute dialettali sull'uscio dei negozi il lunedì mattina.
La nostra Roma è la magia dei mille gradini fioriti, che da Piazza di Spagna aprono le porte di Trinità dei Monti.
Abbiamo ancora impressa nell'animo tanta bellezza quando, stanchi per un infinito nuovo peregrinare, decidiamo che il labirinto dei vicoli di Trastevere è la giusta meta per continuare il tanto atteso viaggio, che stavolta apre la porta ai sapori decisi e genuini della cucina romana.
In pochi passi, ospiti di un monolocale in Via dei Cappellari, siamo in Campo dei Fiori, percorriamo via dei Giubbonari ed in breve, voltando a destra, raggiungiamo Ponte Garibaldi. L'isola Tiberina ci osserva da vicino mentre, immobili per l'emozione, guardiamo un tramonto che all'azzurro residuo del cielo sovrappone in lontananza strati di rosso variabile, per il bel tempo che sempre si spera e Roma raramente tradisce.
Poco dopo, all'angolo tra Vicolo del Buco e Piazza del Drago, entriamo in questa tipica trattoria trasteverina. Ci accoglie una sala piuttosto ampia, piena di tavolini di legno piuttosto stretti, più di quelli auspicabili per stare veramente comodi, ma allora non saremmo in una tipica Osteria romana.
Coperto alla buona, di tipo turistico, ma a noi va bene così, stanchi come siamo ci sembra un comodo divano! E' presto, abbiamo prenotato per le 20.00 e manca ancora mezz'ora ma, come il ristoratore che ci accoglie gentilissimo, ignoriamo il dettaglio. E' lunedì sera, ancora pochi avventori, che col passare del tempo aumentano pur senza riempire il locale.
Un solerte giovane cameriere ci porta del pane a fette. Ordiniamo acqua liscia e ½ di vino rosso in caraffa, che risulta gradevole e discretamente robusto, ma avrei preferito a temperatura più bassa di qualche grado.
Partiamo con una porzione in due di fritto misto della casa, un antipasto che comprendeva due fiori di zucca ripieni di mozzarella ed acciughe, un manipolo di olive ascolane e due consistenti supplì di riso. Tutto caldo e gustoso, con una nota di eccellenza per i fiori di zucca.
La fame non aveva bisogno di essere stuzzicata e così, dopo questo inizio, anche due leoni si sarebbero fatti da parte di fronte al nostro appetito…
I primi piatti di Roma non hanno pari per me, gustosi, fantasiosi… unici!! Ma non c'è limite al limite, perché i camerieri ci “stendono” portando in giro piatti con porzioni enormi di pasta, e ci sentiamo come Sordi in un Americano a Roma: « Maccarone, m'hai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magno, ahmm! »
Andiamo così dritti nel cuore della tradizione: Mira sceglie i tonnarelli cacio e pepe, mentre io i famosi e mai domi bucatini alla amatriciana. Ecco finalmente arrivare i nostri due piatti formato Cimone…
Buonissimi! Fantasticamente cremosi i tonnarelli, che assaggio mentre l'imponente quantità di bucatini mi sfida fumante. Ed ecco giunto il loro turno, conditi in abbondanza con gustoso pomodoro e guanciale carnoso e profumato, e per la mia gioia sembra non abbiano mai fine.
Si passa ai secondi, con Broccoli romani e salsiccia per me e carciofo alla giudia per Mira, ormai sazia.
Buono e ben preparato il mio piatto, con la verdura opportunamente saltata in aglio e olio. Squisito il carciofone di Mira, croccante ed aperto come una rosa proprio come la ricetta ebraica prescrive.
Le massaie Ebree utilizzando la "mammola" romana, carciofo tipico del Lazio, preparavano questo piatto semplice ma gustoso in particolar modo nel periodo del Kippur: non si poteva pensare a Roma senza un omaggio alla sua storica ed ancora profonda identità ebraica.
Non c'è spazio per altro, e così chiediamo il conto: 47,00 euro in tutto, incredibilmente buono per la qualità e la quantità del cibo proposto da un servizio cordiale e sollecito.
Usciamo camminando soddisfatti, come più non si potrebbe essere, per la cena e le giornata trascorsa in questa città unica e meravigliosa.
Torniamo verso il Tevere per guadagnare Campo dei Fiori, ed immergerci nella sua intensa vita notturna a due passi dalla nostra dimora. Il semaforo è verde per noi pedoni, ma ci fermiamo appena in tempo alla vista di un breve corteo di auto blu e moto lampeggianti che sfrecciano incuranti di noi mortali.
Roma purtroppo è anche la presenza mai discreta delle forze dell'ordine, pronte a fermare il traffico con sirene e fischietti per segnare la differenza tra noi sudditi e i tanti divi della politica, potenti perché iscritti ai libri paga di chi è ancora più potente, e non si vergogna nemmeno perché mai si accontenta.
Riprendiamo il tragitto e guardiamo, senza troppe speranze, vecchie sezioni di partiti che più non sono, per bandiere e passioni che ancora ricordavano le tragedie della guerra, e la politica era ancora degli onesti che ridavano la vita alla nostra patria, allora ancora cosapevole di essere stata profondamente ferita.
Consigliatissimo!!
[Reginalulu]
01/05/2010
E allora sbirciamo su Campo dei Fiori con molta emozione.....