MUSICA E DIALOGHI
Strade Blu, il festival di musica più rock che blu(es) che da alcuni anni viene organizzato in estate tra Ravenna e Forlì, mi ha fatto scoprire per la prima volta paesi e cittadine a me vicini, grazie ai concerti (sempre di altissimo livello) lì organizzati: sulle tracce di Howe Gelb, Steve Wynn, Robyn Hitchcock, Joe Ely e compagnia , sulle strade blu verso Modigliana (bellissima! Il vero centro motore del festival), Forlì, Casola Valsenio, Faenza ecc. ecc. ecc.
Stasera tocca alla sconosciuta Massa Lombarda, proprio in occasione (venerdi 16 luglio 2010) della giornata più afosa del mese più caldo dell'anno più torrido degli ultimi due soleggiati secoli …. Ma non è male, perché le zanzare risultano assenti, probabilmente sono andate in vacanze in montagna o sono annegate nell'umidità .
Arriviamo nella piazza del paese un po' prima dell'inizio, peschiamo qua e là qualche sedia libera, a caso entro nel primo bar per prendere qualche birra e cibo, dopo un po' mi scoccio per la fila e allora entro nell'altro locale di fronte (“Da Werther”) …. Vedi te il caso.
Il mio progetto era un “progetto autogrill” (andare in bagno, prendere birra o bibita qualsiasi, scontrino e ciao, che il concerto inizia), e invece ci ritroviamo, prima e dopo il concerto, a fare conoscenza con i due simpatici proprietari factotum (Werther e la moglie), sempre a parlare in movimento tra i tavoli fuori da servire e i banconi dentro, con quella gentilezza romagnola molto diretta e franca, che vuole dirti “sei mio ospite, sto facendo di tutto per farti stare bene”, e anche “lasciami lavorare e lascia fare a me che ne so più di te, dai!” (tipo l'inizio, che chiedo ingenuamente una birra alla spina in bicchiere di plastica per potere uscire fuori a sentire il concerto, e ottengo risposta, a voce alta, dalla signora, mentre sta affettando del salume: “LA BIRRA TE LA DIAMO MA IN UN BICCHIERE DI VETRO, CHE LA NOSTRA E' UNA BIRRA ARTIGIANALE E NON SI BEVE NELLA PLASTICA” - [giusto! e al mio dubbio se potessi uscire dal locale con un bicchiere di vetro]: “MA SIIIIIIII. IL BICCHIERE DOPO IL CONCERTO ME LO RIPORTI, NOOO?”. Â?
(Questa è solo la prima di varie schermaglie e scenette battagliere, con la presenza sporadica di qualche comparsa indigena che ogni tre parole dice “soccia”, poi entra un mio amico e chiede se hanno una Ceres in bottiglia - e qui riparte il disco "birra artigianale - bicchiere" di cui sopra - e ovviamente il sig. Werther, addetto alle birre, in canottiera bianca e capelli dello stesso colore, e un sorriso accennato da saggio, di uno che è soddisfatto, senza prendersi troppo sul serio, del buon lavoro che sta facendo e della passione che ci mette).
BERE E MANGIARE
Le birre sono spillate a caduta, ovvero non si usano i normali fusti di birra addizionata con anidride carbonica, ma appunto la birra “cade” naturalmente dall'alto (tramite pompa, e non grazie alla pressione del gas). Non sono un grande esperto di birra, però dico subito che tutte le birre assaggiate con questa spillatura sono per me molto più buone e “differenti” (non hanno sempre lo stesso identico sapore, cioè), e anche più bevibili e naturali, mancando del tutto quell'effetto “gasato” di gonfiore. E infatti ne bevo più del mio solito
Inizio con una birra artigianale (fermentazione naturale, non pastorizzata e senza conservanti): ambrata, fruttata, poco alcolica. Veramente leggera e gradevole come inizio, molto dissetante e finita subito. Penso che le birre artigianali siano di produzione propria (o si servono di un birrificio artigianale), ma non ne sono sicuro: ho provato a fare qualche domanda di indagine, ma qui siamo nel capitolo: “facci lavorare e non rompere, aspetta di assaggiare e vedrai”….
Come seconda: una birra pilsen, definita “industriale” dal sig. Werther: la trovo molto buona, come gusto sarebbe la mia preferita, una classica birra chiara, ovviamente si sale di gradazione rispetto alla precedente, restando però la “facilità ” di bevuta. Ha un gradevole sentore minerale, che dà una sensazione di freschezza che si sposa benissimo con l'amaro del cereale.
Come terza: una birra artigianale rossa (sempre non pastorizzata e a fermentazione naturale): sentori tostati e netto retrogusto amarognolo. Buona, ma non è il mio genere (sono uno di quelli che non amano la Guinnes, per capirci).
Da mangiare: una piadina alta e soffice, di forma rotonda (forse poco cotta. Io preferisco il genere riminese, ma nel ravennate la fanno così) con prosciutto affumicato della Foresta Nera (buonissimo! Molto simile allo speck, ma meno grasso e più leggero). Prosciutto affumicato consigliato a viva voce dalla signora, che però gentilmente mi ha fatto assaggiare anche un salame casalingo (buono, ma forse ancora giovane) per darmi la possibilità di scegliere.
Spesa totale: 20,80 euro (per tre birre in bicchieri da 0,40 cl e una piadina farcita).
LOCALE
Due parole anche sul locale. Estate, la gente è ai tavolini fuori. Dentro: una sala all'entrata, col bancone “cucina” e qualche tavolino, ma per sedere (d'inverno) c'è il largo corridoio a fianco, con le pareti addobbate di ogni cosa: scritte, biglietti, segni, oggetti, amuleti, un reggiseno (…) … ci giro al buio, e sembra di stare in un tempio voodoo, con il sig. Werther che aziona le pompe della birra dietro l'altare…
Ah, c'è anche il camino! Gira voce che, una sera a settimana e su prenotazione, usino il fuoco per fare braciole e offrirle ai presenti …. Proverò a verificare questo inverno
Consigliatissimo!!
[carolingio]
15/08/2010