Giornata dura il 6 di dicembre.
Dopo le faticacce della mattina a Barolo, rientriamo qui in sede, nel nostro agriturismo, una vecchia cantina/cascinale adagiata sulla testata di una collina dominante la valle di Sinio da una parte e quella di Serralunga dall'altra. Un panorama innevato veramente magnifico, con le Alpi sullo sfondo ed il Cervino, splendenti al sole (il sole era solo sullo sfondo...).
La cantina è tenuta abbastanza male, l'edificio avrà sessant'anni, mai ristrutturato, con numerose crepe qua e là. La casa con le stanze dell'agriturismo è invece recente e bellina, come pure la casetta ad un piano dei custodi, con uffici, sala colazione e degustazioni. C'è un'altra casetta in abbandono che dev'essere ristrutturata.
Giusto il tempo di un riposino che, invitati da Biljana, simpaticissima giovane efficiente macedone al servizio dei Rivetto, non possiamo fare a meno di assaggiare i loro vini… e pure la grappa... (sarebbe un affronto se non lo facessimo, eh...), in attesa di andare a cena in un posto meraviglioso della collina di fronte.
Saltare il Dolcetto qui, nelle degustazioni, è come saltare il Valpolicella Classico dalle mie parti. E spesso si salta.
Cominciamo (anzi comincio) con un Langhe Nebbiolo 2008 dei vigneti Lirano, proprio lì della zona dove siamo noi: colore tendente al bordeaux, è proprio buono, mi piace questo prodotto anche perché ha un prezzo relativamente basso per roba così, da 13,5 gradi, costa 11 euro e lo prendo.
Secondo calice che assaggia anche la Marta: Barbera d'Alba Zio Nando 2008, da 14 gradi. Affinato in legno per parecchi mesi, non lascia sentire troppo il tannino, sapore avvolgente. Molto buono, prendo anche questo, costa 10 euro, è quello che va via di più, che piace di più a chi viene ad assaggiare, mi dice la Biljana.
Suo marito fa il contadino per Rivetto da cinque anni. Ci sono molti macedoni nelle Langhe, a lavorare la terra. Alcuni sono poi tornati in Macedonia ed hanno impiantato là una loro cantina, con risultati pregevoli mi vien detto. Suo figlio di quindici anni (esperto sintonizzatore della televisione della nostra camera!) vorrebbe tornare a casa subito, perché qui non si trova bene. A volte la soluzione dei problemi economici contrasta con i problemi dell'animo. Non è facile la vita dell'emigrante.
Terzo calice: provo (uso il singolare, perché mia moglie è già provata del suo ) il Barbaresco DOCG 2007 Cè Vanin, che vuol dire Nonno Giovanni, il fondatore della cantina, il nonno dell'attuale boss, Sergio, circa settantenne.
Anche il Barbaresco (come il Barolo e come pure il Roero) è vino realizzato con uve provenienti da un delimitato territorio, immediatamente ad est di Alba, ruotante attorno a Neive, Barbaresco e Treiso. Il colore è di un rosso tendente al granata, fa 14 gradi. Proviene sempre da uve Nebbiolo e dev'essere tenuto in legno di rovere per almeno due anni. Vino corposo, dal sapore un po' speziato, molto buono questo. A dir la verità, per un esterno, i vini provenienti da uve Nebbiolo tenuti in legno si assomigliano molto. Questo lo prendo perché si chiama Barbaresco (costa 20 euro).
Il Sergio Rivetto è un tipo in gamba, scafato, che sta organizzando bene la sua cantina dal punto di vista economico, anche se mantiene ancora qualche defaillance estetica, probabilmente risolvibile con qualche soldo (che ora manca, credo, perché vedo che gli investimenti sono stati ingenti). Ha messo sotto entrambi i figli trenta-quarantenni, sotto nel senso che stanno proseguendo la tradizione familiare e gestiscono loro adesso la cantina. Hanno anche un negozio/degustazione/rivendita in centro ad Alba, da dove siamo passati, vedendo con stupore la nostra camera da letto in una gigantografia in vetrina.
Ho assaggiato anche due Baroli DOCG, che però non ho comperato: il Giulin del 2006 e il Leon del 2005. Specialmente nel secondo, affinato per molto tempo in barrique, il legno lo sento troppo per i miei gusti e mi infagotta la lingua addosso al palato.
Mi sono invece incuriosito per la grappa di Barolo, di un bel color nocciola chiaro, e me ne faccio versare mezzo bicchierino. Forse non è il massimo come aperitivo, prima di cena, ma l'ho detto, è stata una giornata dura e dunque... resistere, resistere, resistere...
Delicatissima, aromaticissima, non so se la facciano loro o se diano solo le graspe, comunque è buonissima e ti lascia un gusto straordinario in bocca. Costa 25 euro.
Ora sono pronto per la cena.
Consigliatissimo!!
[golosona]
12/12/2010