Questa cantina, devo dir la verità, mi ha attirato più per la location che per il nome o la celebrità dei vini. Ma anche la qualità dei vini, alla fine, mi ha dato ragione. E non solo.
Si tratta di un complesso settecentesco, ristrutturato in modo mirabile.
I proprietari sono dei magnati della plastica o qualcosa del genere, occupati in giro per il mondo a realizzare interventi per lo più in campo sportivo (piste di atletica, pavimentazioni di campi da basket ecc.), ma anche in altri settori del secondario.
La tenuta della cantina e dei campi sembra uno sfizio. Se lo vogliamo dire in modo meno irridente, rispetto alla loro ricchezza, è un atto d'amore verso la terra e le sue capacità di trasformazione, come scrivono sul sito.
La gestione è tenuta da una giovane coppia locale, con bambina di un anno circa, dagli occhioni indagatori, che ripete gutturalmente quello che diciamo e ci fa ciao con la manina. Roba da mangiarla!
La cantina è spettacolosa: originale del settecento, con tutti i muri in mattoni faccia a vista e voltine, arnesi, suppellettili e quadri appesi, botti bellissime.
La sala degustazione altrettanto bella: un salone da venti metri per dieci, con le capriatone di legno e un lungo tavolo da nobili, di quelli che si siedono alle due estremità, a dieci metri di distanza.
Noi invece ci sediamo "viscini viscini" e vicino a noi si siede la sposa con la bambina, che fa fuori grissini a raffica, tra un ciao con la manina e l'altro.
Il primo assaggio è dedicato ad un Langhe chiamato Mondo (mi pare che il nonno dei proprietari si chiamasse Edmondo), che ha mescolato il Barbera e il Nebbiolo con un po' di Cabernet e di Merlot. 14,5 gradi, una leggera punta di Cabernet che si avverte, buonissimo il 2007, lo prendiamo.
La giovane signora ci porta un tagliere con tante fette di salame, un altro tagliere con fette di formaggio locale ed un cestino ricolmo di grissini (non piemontesi). Molto buono il tutto.
Il secondo assaggio è un altro Langhe che sia chiama Rose, che ha ugualmente mescolato il Barbera e il Nebbiolo a Cabernet e Merlot, ma in parti uguali, 25% per ogni vitigno. Qui il selvatico del Cabernet (che a me piace molto) si sente di più, si sente il legno, è stato affinato per un anno in rovere. Ottimo. Prendiamo anche questa, un 2007, fa 14,5 gradi.
Passiamo alla Barbera, del 2009, di un rubino tendente al viola, il vino è corposo, ma ancora brioso, non è stato affinato in legno, ma solo in acciaio... col salame si beve benissimo, fa 13,5. Via con la terza, aggiudicata. Mi piace sempre la Barbera, quello non affinato in legno ancora di più.
Nel loro sito, distinguono “i nostri vini” da “il nostro barolo”, come se fosse un'altra cosa… ed in effetti lo è. Assaggiamo un loro Barolo, di cui però non ricordo l'etichetta (ne hanno di diversi tipi).
Era del 2005... con alcuni sentori ed elementi positivi in prospettiva... ma erano di più gli aspetti ingolfanti ... era ancora molto legato e pretenzioso, contraddittorio direi... quasi un giudizio politico ... non c'è dubbio che serva più maturità... ma molti non fanno caso a queste cose...
Assaggiamo anche il secondo Barolo del 2005 e anche questo lega ancora troppo per i miei gusti. Bisognava fare un atto di fede sull'anzianità che migliora tutto, ma il Barolo l'avevamo già comperato in un'altra cantina e questo atto di fede non me la sento di farlo in generale, perchè in certuni casi avviene anche il contrario... .
Ci fermiamo, perchè è quasi ora di cena...
Il conto delle tre bottiglie è di 35,50 euro, sorprendentemente scontati a 30, nonostante il danno che abbiamo fatto anche al loro salame e ai loro formaggi.
Ciao ciao con la manina alla bellissima bambina e un plauso anche ai genitori che curano tutto questo.
Consigliatissimo!!
[Alfi]
17/12/2010
Incredibili queste gradazioni elevatissime ... ben lontane da quelle del lambrusco ...
E' tanto che non bevo vini piemontesi: che voglia ce mi fanno!
Una tregiorni invidiabile: viaggio ed esperienze assai proficui!