2 Micuit con caramelo 24€
2 Mistura 24€
2 Ensalada 20€
10 Pan de La Tasca 15€
4 Arroz bogavante 64€
3 Entrecot Avila 51€
2 Trilogia 36€
1 Mendoza shiraz 14.5€
8 Agua (0.5) 14€
2 Agua con gas (0.5) 3€
2 Crema frita con helado 11.5€
2 Tarta de chocolate 9€
Totale 286€
Ultima sera a Valencia, domenica a cena è difficilissimo trovare un ristorante aperto.
Qualche giorno prima capitammo per caso in questo locale che già alla prima visita aveva entusiasmato non solo il sottoscritto. Telefoniamo sabato per prenotare, con la speranza che siano aperti, e la disponibilissima “cefff” ci conferma la sua disponibilità.
Come arrivarci.
Da Valencia si prende l'autostrada direzione Madrid, dopo quella del circuito si prende l'uscita per Cheste e si tira dritto fino all'ingresso del paese, ¾ di giro alla rotonda e dopo circa duecento metri ci si trova il locale sulla sinistra (circa 30 min di viaggio).
Il locale.
Piccolo ed intimo. Due le zone pranzo separate dal bancone bar. Entrando c'è la prima saletta con pochi tavolini piuttosto distanziati (decisamente adatta per le coppie), tra banco e cucina a vista (chiusa da vetrate) la seconda sala dove ci accomoderemo.
Il locale ha un chè di rustico, ma i particolari lasciano intendere una certa cura.
Il menu e la carta dei vini.
Antipasti, risotti asciutti e non, carne e pesce alla brace, dolci.
Decisamente invitanti le proposte della cucina, la maggior parte orientate a preparazioni non proprio “tradizionali”, anche se non mancano i piatti “semplici”.
Buona anche la scelta che offre la cantina (vini nazionali).
Il servizio.
Preciso e non invadente, con cambi di coperto ad ogni portata.
Il conto.
286€ in sei (poco più di 47.5€ testa) spesi volentierissimo.
I si ed i no.
Portate curate nella scelta delle materie prime e nella presentazione.
Proposte interessanti.
Servizio.
Unica pecca il fastidioso spiffero che proveniva dalla porta d'ingresso, tuttavia c'è da dire che non sono poi molte le serate così fredde e ventilate a Valencia (3° C).
Tavola e cantina.
Micuit con caramelo.
Servito su piatto rettangolare. Sei dischetti di fegato allineati, striati da caramello e con decorazione a mo' di bandiera. A parte, crostini tipo “minifettabiscottata” ancora tiepidi e tazzina di brodo.
Ottimo inizio!
Il micuit: una delle varie preparazioni del fegato delle oche da ingrasso. Già alla vista le consistenze erano ben presenti; il velo giallognolo, giusto testimone del grasso presente in maniera non uniforme, la parte consistente del fegato scottato, ed il cuore … quasi liquido per la temperatura alla quale ci è stato servito.
Che dire del sapore … una goduria appena scalfita dal caramello, anche se la prima cosa che ho assaggiato è stata la degna decorazione di platano disidratato. Giuste le minifettebiscottate su cui adagiare le porzioni. Tocco di classe dato dal brodo di ternera servito non filtrato e sapientemente profumato da foglioline di menta, fresche e profumatissime.
Il massimo della soddisfazione per il palato,un inizio seducente, difficile continuare in crescendo.
Mistura.
Semplice e buona tempura di verdure e pesce dall'ottima pastella.
Particolarmente degne di nota sono le code di gambero, che mi ricordano quelle giapponesi.
Piatto decisamente valido, ma all'ombra del precedente.
Ensalada.
Ricca ed abbondante. Insalata, olive nere, formaggio tipo feta, tonno e qualcosa di molto simile alle acciughe (non ne sono sicuro per via delle dimensioni) il tutto condito con un intingolo di olio ed erbe aromatiche. Golosa e perfetta per prepararci ai piatti forti.
Pan de La Tasca.
Si tratta della classica bruschetta in accompagnamento di tutto il pasto. Normalmente è semplice pane bruschettato con un filo d'olio, oppure con l'aggiunta di pomodoro (pan e tomate).
In questo caso, invece che al pomodoro, ci viene servita con una spolverata di paprika.
Gusto un po' particolare, ma decisamente invitante e bella da vedere.
Arroz bogavante.
Il risotto viene presentato in una capiente pentola tipo wok, e porzionato a parte.
Buono di sapore, abbondante come quantità ed arricchito da un mezzo astice a testa.
Sarà, tuttavia, la portata meno apprezzata della serata per via della cottura del riso (chicchi sgranati).
Molto piacevole e profumato il trilogia 2006 Bodegas Los Frailes che ci ha accompagnati fino a questo punto. Con la carne abbineremo un'altrettanto soddisfacente shiraz (di cui purtroppo non ricordo l'etichetta).
Entrecot Avila.
Decisamente il top!
Un'abbondante tagliata al sangue ci cattura lo sguardo per colore e consistenza; tra il rosso vivo ed umido della carne brillano delle scaglie di sale. Nidi di “tagliatelle” di patate, peperoncini verdi, e giovani agli impreziosiscono il lungo piatto rettangolare.
La presentazione di questo piatto, come anche quella del micuit, è decisamente degna di ristoranti di alto livello.
Spettacolare la carne per gusto e cottura. Incredibili le verdure appena scottate nell'olio; aglio e peperoncino risultano appena croccanti, ed i colori restano sorprendentemente vivi. Decisamente piacevoli anche le patate fritte a strisce sottili e ricomposte come un nido.
Un assaggio di dolci conclude in bellezza la nostra cena. Classica e morbida la torta al cioccolato, curiosa ed originale la crema fritta (tipo latte concentrato) a cubetti su gelato. Decisamente dolce quest'ultima e piacevole per il contrasto caldo-freddo.
Ops … conclude …
A questo punto della serata la nostra “cefff” passa in sala per un gradito scambio di opinioni, al termine del quale ci comunica che da quel momento in avanti le nostre consumazioni saranno offerte dalla casa.
Caffè per tutti, nelle sue varianti di Carajillo, cortado e bombon e una sorprendente rivisitazione del mojto … sorprendente anche perché ce ne ha fatto un secchio pieno
Consigliatissimo!!
[Piggo]
31/12/2010